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BATTESIMO … DIVENTARE FIGLI DI DIO

I nostri figli sono stati battezzati, per nostra scelta, nella fede della Chiesa. È stato un giorno di festa: abbiamo chiamato parenti a fare festa con noi.
La festa c'è stata perché ci siamo ritrovati insieme, perché una nuova creatura è nata e l'abbiamo fatta conoscere a tutti; ma la festa è stata soprattutto un ringraziamento a Dio per la nuova vita e perché quel bambino, con il Battesimo, é diventato figlio di Dio, fratello di Gesù, chiamato a partecipare alla sua santità.
Ci si deve preoccupare, però, che il Battesimo non si riduca ad essere solo il ricordo di una festa ormai lontana, magari richiamata dalla foto che teniamo sempre nella carovana.
Sta a noi genitori aiutare i figli a riscoprire il giorno del loro Battesimo e che il Battesimo è una realtà viva ogni giorno. La nostra :vita cristiana è vita battesimale.
I genitori sono i primi e diretti collaboratori di Dio Padre nella generazione e nella crescita umana e cristiana dei figli. Per la loro crescita nella fede ci sono molte cose da dire, da spiegare loro e ci sono molte cose da fare con loro.
Prima di tutto dobbiamo interrogaci: come stiamo vivendo questa responsabilità di educazione cristiana dei figli? Educare non vuol dire solo insegnare loro alcune cose, ma vuoi dire aiutare a crescere con una certa mentalità, secondo certi valori, rendere le persone capaci di scegliere liberamente e coscientemente il bene.
É il clima familiare, quindi, l'aria che i figli respirano in famiglia, le cose che vedono, che sentono, soprattutto in noi, a educarli, a formarli. Sono le «sensibilità» che avvertono in noi, verso Dio, il Vangelo, gli altri, la Chiesa, la morale cristiana, i valori della persona, della società ... È tutto ciò che «assorbono» ogni giorno che li educa veramente: il catechismo, anche quello meglio fatto, difficilmente potrà cambiare qualche cosa in ragazzi ancora cosi giovani, se non c'è questa «base» familiare.
Si comprende subito che pensando al Battesimo che abbiamo donato ai nostri figli e riflettendo sulle nostre responsabilità di genitori cristiani, non possiamo non inrerogarci sul nostro battesimo, sulla nostra vita cristiana.
La parola «Battesimo» significa immergere, andare sott'acqua, significa affogare, morire; essere tolti dall'acqua significa essere salvati, rigenerare: il gesto semplice della immersione nell'acqua comunica il grande mistero: Cristo è morto per me e mi ha salvato.
Fin dai primi secoli (quando la Chiesa ha cominciato a battezzare anche i bambini piccoli) il gesto dell'immersione é stato semplificato, versando l'acqua sul capo del bambino, anche se si può fare il battesimo in tutti e due i modi.
Con il Battesimo diventiamo figli di Dio, e quindi liberati dal peccato originale diventiamo membri della comunità cristiana, della Chiesa.
Viviamo ancora veramente il nostro Battesimo? Viviamo da figli di Dio, amandolo, adorandolo, ringraziandolo, obbedendogli, rifiutando quanto può allontanarci da lui, con tutte le conseguenze che queste scelte comportano?
Viviamo da veri fratelli, nell'unità della Chiesa, come vuole il Signore?

In Cammino, aprile 1990